Foto Credits © Angelo Gabriele Mazzolla
Oggi iniziamo il nostro viaggio alla scoperta della terra lucana proprio da Pietragalla, paese e territorio che ospita il nostro frantoio ormai da più di quarant’anni.
Pietragalla
Pietragalla è un paese di circa 4.000 abitanti situato ad est del capoluogo di regione, Potenza. Il suo nome deriva da due parole: Pietra perché il paese sarebbe stato fondato sulla roccia, e Galla dal greco “gal” pietra bianca, chiara, o dal tardo latino “gallandus”, cioè fortificato.
La bellezza di Pietragalla si può scoprire nel suo centro storico ricco di vicoletti e archi che si arrampicano fino ad arrivare al punto più alto del paese dominato dall’imponente campanile.
Pietragalla sorge come insediamento di tipo feudale e come tale è dominata dal castello, l’attuale Palazzo Ducale simbolo del potere politico, e dalla Chiesa Madre simbolo del potere religioso.


Il Palazzo Ducale
Sulle origini del Palazzo Ducale è importante non trascurare l’influenza monastica che caratterizzò l’Italia meridionale dal VII all’VIII secolo, anche sotto il profilo architettonico.
Su una pietra scolpita risalente al 1654 che si trova all’interno della chiesa Madre, si fa riferimento alla comunità di San Basilio. Dopo il terremoto del 4 dicembre 1456 che rase al suolo il borgo di Casalaspro e parte dell’abitato di Pietragalla, dell’originaria struttura (di cui si suppone dell’esistenza di un piccolo monastero basiliano e un modesto castello) non restò che qualche traccia.
Al posto del castello, a partire dai primi anni del 1500, ebbe inizio – da parte di maestranze napoletane – la costruzione del Palazzo Ducale che, nel tempo, sarà oggetto di ristrutturazioni ed aggiunte, sino ad assumere la conformazione attuale che colpisce per la sua imponenza e complessità architettonica.
Il borgo che si sviluppa intorno al Palazzo Ducale era fortificato, e l’andamento delle mura marcava i limiti delineati in maniera netta dall’attuale centro storico.
Il Parco Urbano dei Palmenti
Il piccolo paesino di Pietragalla è caratterizzato dal parco dei Palmenti: un complesso di “grotte” che hanno origine nella prima metà del XIX secolo circa, visibili all’ingresso del paese e simili ad abitazioni rurali. Il palmento è un manufatto che rappresenta una singolare realizzazione di architettura rurale, frutto dei vignaiuoli pietragallesi, unica in Basilicata e forse in Europa, per il loro raggruppamento. Un incantevole approccio paesaggistico originato da un’aggregazione dei palmenti perfettamente in armonia con il contesto territoriale.
Qui, fino alla fine degli anni Sessanta, avveniva la pigiatura delle uve e la fermentazione del mosto, ma ancora oggi alcune famiglie vinificano nei palmenti, avendo avuto cura di salvaguardare, nel tempo, la struttura e le vasche scavate nel tufo, mantenendo viva la storia, la cultura e la memoria della civiltà contadina.

Foto Credits © Angelo Gabriele Mazzolla

L’interno del palmento presenta due o quattro vasche differenziate (dove sono presenti quattro vasche, due erano per il vino rosso e due per il vino bianco). L’uva raccolta nei vigneti circostanti e trasportata con asini in bigonce, veniva versata nella vasca più piccola e alta e pigiata a piedi nudi. Il mosto, attraverso un foro, cadeva nella vasca sottostante in cui si raccoglievano anche i grappoli d’uva.
Al di sopra del varco di accesso al palmento, una feritoia consentiva la fuoriuscita dell’anidride carbonica, letale per l’uomo, che si generava dopo l’atto della pigiatura, nel corso della fermentazione. Dopo quindici/venti giorni di fermentazione, il vino – spillato e messo in barili di 35 litri – veniva depositato nelle botti in legno, di artigiana fattura, sistemate nelle altrettanto caratteristiche grotte del centro storico, la maggior parte ubicate avente esposizione a nord.
Adesso non vi resta che iniziare il vostro viaggio alla scoperta delle meraviglie di Pietragalla. Noi vi aspettiamo!